Bilancio di vita… o di Stato? l’attualità del pensiero di Seneca_Prima parte.

  • Uno spagnolo a Roma, tra Senato e Imperatore.

Lucio Anneo Seneca nacque in Spagna nel 4 a.C. Il padre, come oggi fanno i figli dei potenti che studiano nelle più prestigiose università degli Stati Uniti, lo mandò a Roma dove il giovane poté dedicarsi agli studi filosofici e politici. Fin da subito Seneca fu in sintonia con la ricca società romana, ne capiva infatti i comportamenti e le motivazioni, nonostante ne biasimasse i vizi e i difetti. Vedendo la divisione della società in tre classi (nobiltà terriera, borghesia operativa e popolo povero e affamato di demagogia), auspicava a un governo che migliorasse le condizioni dei ceti meno abbienti, ma pensava comunque che esercitare il potere con giustizia fosse comunque compito della ricca oligarchia. Non si sa con certezza cosa egli facesse prima dell’esilio in Corsica nel 41 d.C., ma, oltre a occuparsi degli studi, fu attivo in politica: fu in dissenso con Caligola, che aveva costretto al suicidio Cremuzio Cordo e, si dice, in un eccesso di follia voleva sbarazzarsi di tutti i filosofi; ebbe problemi anche con Claudio, che gli imputò strani rapporti con la nipote Giulia Livilla e lo relegò appunto in Corsica. Questo potrebbe essere spiegato con il fatto che Seneca fosse una persona scomoda, amico della nobiltà romana e a favore di un’oligarchia equilibrata, ostile allo strapotere degli imperatori. Come dice Frau “i pugnali che avevano ucciso Cesare avevano fermato l’uomo, non la tendenza che incarnava” e ormai la concentrazione del potere nelle mani del Principe era necessaria, non si poteva più tornare al periodo repubblicano. Seneca non condivideva però il rozzo metodo di potere dei pretoriani né i capricci di un solo uomo e fu probabilmente per questo che venne allontanato.

GR

 

Nel prossimo articolo continueremo a pubblicare un altro punto della trattazione di Aventino Frau su Seneca e il suo pensiero.

Lascia un commento